Le nuove terapie per i Linfomi diffusi a grandi cellule
  • 17 giorni fa
Roma, 4 apr. (askanews) - Si è parlato anche di nuovi approcci terapeutici per il Linfoma diffuso a grandi cellule B durante l'evento "BeCLose4 Hematology PANorHEMA, capturing new horizons", organizzato da AbbVie a cui hanno partecipato oltre 200 ematologi di tutta Italia per fare il punto sulle sfide del futuro nel campo dell'ematologia. "Oggi è un momento molto importante per i Linfomi diffusi a grandi cellule grazie all'avvento di nuove terapie. In particolare - afferma Maurizio Martelli, Direttore UOC Ematologia Azienda Policlinico-Univ. Sapienza Roma - per linfomi non Hodgkin recidivi o refrattari, cioè quelli che ricadono dopo una terapia di prima linea. Prima dei nuovi trattamenti avevamo scarse possibilità di cura per questi pazienti. Si parla di un 7% di remissioni complete e risposte complete non superiori al 20 %. Oggi abbiamo nuovi farmaci come le terapie cellulari o le immunoterapie come le Car T o i bispecifici. In particolare, i bispecifici hanno dato dei risultati molto importanti, in pazienti che erano resistenti anche a più linee di trattamento con percentuali di risposta che si attestano con risposte complete intorno al 40% e risposte globali del 60%. Non si parla più di chemioterapia in questi pazienti; si parla solo di immunoterapia e quindi meno tossicità, maggiore qualità di vita". Cruciale anche il tema della traslazione dell'innovazione in malattie complesse come la leucemia acuta mieloide. "Il tema cruciale per la traslazione dell'innovazione in malattie complesse come le leucemie acute mieloide che vengono diagnosticati soprattutto nei pazienti anziani - sottolinea Matteo Giovanni Della Porta, Prof. Ordinario Ematologia Istituto Clinico Humanitas Milano - è come traslare il valore degli studi clinici randomizzati che riguardano una popolazione selezionata alla pratica clinica. Lo studio è mirato ad alcune sfide che sono legate alla ottimizzazione del trattamento e alla gestione del paziente e alla generazione di un'evidenza basata sulla real practice che possa consolidare l'utilizzo e la prospettiva della somministrazione di questo trattamento nei pazienti con leucemie acute mieloide".
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