L'Aeronautica Militare recupera l'aereo dell'asso Alvise Andrich

  • 3 mesi fa
Roma, 6 mar. (askanews) - Era l'aereo dell'asso dell'Aviazione italiana Alvise Andrich, allora Sottotenente della Regia Aeronautica, abbattuto al largo di Pantelleria l'8 giugno 1943, durante la Seconda Guerra Mondiale.Il pilota riuscì a lanciarsi con il paracadute e si salvò ma il suo velivolo, un Macchi MC.205 "Veltro", il miglior aereo da caccia italiano della Seconda Guerra Mondiale, finì negli abissi, a 30 metri di profondità, per essere ritrovato solo nel 2007 e, poi, recuperato nel 2023 grazie alla collaborazione tra l'Aeronautica Militare, il Reparto Subacquei della Guardia Costiera di Messina, la Soprintendenza del Mare della Regione Siciliana, l'Università di Palermo e l'OTS Green Divers. Una complessa operazione presentata alla stampa nell'Auditorium di Palazzo Aeronautica a Roma.Così ad askanews il Generale Ispettore Capo in riserva dell'Aeronautica Militare, Basilio Di Martino."Ritrovare un velivolo della Seconda guerra mondiale - ha spiegato - è sempre un'emozione e questo è ancora più forte, questo tipo di sentimento, quando si parla di un velivolo che ha effettivamente combattuto. Ha preso parte a quelle operazioni, intorno all'isola di Pantelleria che fu il momento culminante dei combattimenti nel Mediterraneo nel giugno del 1943, premessa dello Sbarco in Sicilia. Dal punto di vista della storia della aviazione mondiale, l'attacco a Pantelleria, condotto prevalentemente da mezzi aerei statunitensi, è stato chiamato un landmark cioè una pietra miliare nella storia dell'Aviazione dal generale statunitense Carl Spatz perché fu il tentativo, riuscito, di indurre alla resa un forte caposaldo con il solo intervento del potere aereo".Originario dell'Agordino nel Bellunese, classe 1915, Alvise Andrich fu anche un apprezzato alpinista oltre che un pilota militare di grande talento. Pluridecorato per meriti di guerra, morì da eroe il 17 Ottobre 1951 su un Beechcraft C-45F in difficoltà per ghiaccio sulle ali; rimase ai comandi fino allo schianto, evitando di precipitare su un paesino, un atto che gli valse anche la Medaglia d'Argento alla memoria. Così lo hanno ricordato i figli, Renato e Roberta."Per me e per la mia famiglia è stato il supereroe di casa - ha detto Renato Andrich - e dopo settant'anni, questo ritrovamento del suo aereo rinverdisce e illumina ancora di più la sua memoria, facendo felice e rendendo onore a lui, alla mia famiglia e a tutta l'Agordino che so essere in festa per questo evento"."Quando ho perso papà - ha aggiunto Roberta - avevo soltanto sei mesi e tutto quel poco che so di mio padre è solo perché ho avuto la grandissima fortuna e l'onore di lavorare qui in Areonautica, con delle persone meravigliose che avevano avuto occasione di conoscere papà nei nel suo percorso di volo".Dell'aereo, matricola militare 9310 in forza al 1° Stormo Caccia, non rimane granché: il motore, i longheroni delle ali e le mitragliatrici con ancora i colpi in canna. Nuove ricerche verranno effettuate per recuperare altri frammenti con l'intento di ricosttuire quanto possibile del "Veltro" ed esporlo all'interno della Base aerea di Pantelleria. Ma non è tutto... dagli abissi siciliani è emersa anche la conferma dei 5 abbattimenti effettuati da Andrich - promosso capitano alla memoria - che lo consacrano definitivamente nell'olimpo degli Assi dell'Aviazione italiana.

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