Diabete T2: a Roma la tappa conclusiva del tour di Motore Sanità
  • 2 mesi fa
Roma, 6 feb. (askanews) - Equità delle cure, terapie innovative, migliore organizzazione dell'assistenza, formazione. Sono alcuni dei punti chiave emersi durante l'evento "La pandemia Diabete T2 - Dai modelli organizzativi, alle criticità gestionali, alle nuove opportunità di cura" organizzato da Motore Sanità con la collaborazione scientifica di AMD (Associazione Medici Diabetologi) e il contributo incondizionato di Menarini Group. Evento che ha segnato la conclusione del tour nazionale che ha toccato numerose Regioni."La Società Medici Diabetologi AMD - ha dichiarato ad askanews Graziano Di Cianni, presidente Fondazione AMD-Associazione Medici Diabetologi - ha accolto l'invito di Motore Sanità e insieme hanno costruito un percorso che ha girato tutta l'Italia. Diverse Regioni sono state coinvolte per parlare di diabete ma non dal punto di vista clinico, terapeutico ma di quelle che sono le manifestazioni sociali del diabete, l'interesse che assume come malattia cronica, come prototipo della cronicità e quindi le implicazioni politiche che stanno dietro a questa discussione per garantire un'assistenza che sia sempre più equa, sempre più estesa a questa fascia di popolazione che è numericamente rilevante".La prevalenza del diabete in Italia è stimata intorno al 6% con oltre 4 milioni di persone che ne sono affette, il 32% di età compresa tra 20 e 64 anni. In media un malato si trova ad affrontare una spesa annua di 2.800 euro, mentre solo i costi diretti per il sistema sanitario superano i 9 miliardi con risultati comunque non pienamente soddisfacenti per gli assistiti."Considerato che il diabete è una malattia sociale - ha dichiarato Riccardo Candido, presidente nazionale AMD - risulta fondamentale riorganizzare quella che è l'offerta assistenziale alle persone con diabete integrandole con le professionalità cliniche - il diabetologo, l'infermiere, la dietista, lo psicologo, il podologo che costituiscono il team diabetologico - anche con altre figure che operano nel territorio in ambito sociale e socio-assistenziale. Con questa integrazione si riuscirà a dare una risposta appieno alle esigenze e ai bisogni di salute delle persone con diabete, implementando la parte clinica con la parte legata al disagio sociale e al disagio economico".La riorganizzazione complessiva della rete assistenziale è negli intenti del Pnrr, che tra i suoi obiettivi ha anche il raggiungimento di un'offerta socio-sanitaria omogenea lungo la penisola."La politica intanto deve cercare di omogeneizzare il trattamento dei pazienti, - dichiara ad askanews Francesco Ciancitto, membro della commissione Affari sociali della Camera dei Deputati - far sì che non ci siano diversi sistemi sanitari regionali ma ci siano delle linee guida, dei protocolli che vengono emanati dal ministero e su questi stabilire dei percorsi terapeutici per i pazienti diabetici di tipo 2. E quindi un'organizzazione nei reparti ma anche un'organizzazione territoriale perché il diabete è una malattia complicata. Bisogna assistere questi pazienti anche da un punto di vista psicologico e sociale, perché il diabete è una malattia complessa, lunga e come tutte le malattie croniche provoca momenti di scoraggiamento nel paziente. Quindi assisterlo vuol dire organizzare meglio tramite la telemedicina, utilizzando meglio le risorse digitali e agevolando il paziente in questo percorso piuttosto che complicargli la vita".
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