RBS: debito pubblico italiano sul Pil al 140,6% nel 2024
  • 3 mesi fa
Roma, 17 gen. (askanews) - Il debito pubblico dell'Italia in rapporto al PIL a chiusura del 2023 è stimato al 139,8%. Ma entro il 2025 migliorerà il deficit dei Paesi dell'Area euro rispetto al PIL: -2,1 nell'area euro, -3,6 in Francia, -3,3 in Spagna, -2,5 in Italia e -0,5% in Germania. Ancora, la regione italiana con maggior debito pubblico lordo è il Lazio (28,3 miliardi di euro) seguita dalla Campania (15,6). Le meno indebitate Valle d'Aosta, Molise e Basilicata (debito inferiore a 1 miliardo). Spiccano inoltre le azioni di risanamento dei conti pubblici operate da FVG, Emilia-Romagna e Sardegna.Infine, in vent'anni (dal 2002-2022) la vita media residua del debito pubblico italiano è aumentata di circa 2 anni, oggi è pari a 7,7 anni, e per il 2024 è previsto un aumento dell'indebitamento netto in Italia accompagnato da una crescita graduale, da ottenere puntando su riforme strutturali, gestione dell'Inflazione, piena implementazione del PNRR.Questo quanto emerge dal report "Il debito pubblico in Italia: analisi e prospettive" di Rome Business School (RBS), a cura di Francesco Baldi, Docente dell'International Master in Finance di Rome Business School; Massimiliano Parco, Economista, Centro Europa Ricerche e Valerio Mancini, Direttore del Centro di Ricerca Divulgativo di Rome Business School.In sintesi, il debito pubblico dell'Italia salirà al 140,6% nel 2024 fino a raggiungere il 140,9% nel 2025. I maggior detentori di debito pubblico italiano rimarranno le istituzioni finanziarie e resto del mondo, ma continuerà ad aumentare la quota detenuta da "famiglie e istituzioni no profit".Per quanto riguarda poi l'inflazione, secondo i dati elaborati da Massimiliano Parco, per l'Italia miglior tasso tra le maggiori economie UE.Quali allora le prospettive future per l'Italia? Le previsioni della Nota di Aggiornamento del Documento di Economia e Finanza (NADEF) 2023 stimano un ritorno nel 2025 ad un avanzo primario, seppur limitato (+0,7%) Ciò dovrebbe favorire un rallentamento della crescita del rapporto debito pubblico/PIL.Nei prossimi anni quindi si prevede un aumento dell'indebitamento netto e una crescita economica graduale, accompagnati da obiettivi di riduzione del deficit e del debito pubblico, e che la disparità Nord/Sud, con regioni settentrionali che hanno un debito/PIL inferiore rispetto al Mezzogiorno, vivrà ulteriori tensioni.
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