Meroni (Confindustria Est Europa): qui ancora chance per l'Italia

  • 4 mesi fa
Roma, 17 gen. (askanews) - Per il 2024 le imprese italiane che operano nel Centro-Est Europa potranno essere sempre più protagoniste, sia sfruttando le opportunità offerte dai Paesi dell'area, sia puntando su Pnrr, transizioni digitale e ambientale, agricoltura sostenibile, innovazione e infrastrutture.Ne è convinta la presidente di Confindustria Est Europa Maria Luisa Meroni che a valle della Consulta delle Confindustrie internazionali che si è svolta a Bucarest a fine 2023, parla degli obiettivi e delle sfide che si presentano per il prossimo futuro per le aziende italiane che fanno dell'export e dell'internazionalizzazione il loro dna."Le imprese italiane operanti nell'Europa centrorientale hanno vissuto momenti di particolare difficoltà nell'ultimo periodo, dovute al conflitto alle porte dell'Europa e alle varie crisi che si sono succedute. Appare chiaro che queste dinamiche geopolitiche diventano essenziali e importanti per affrontare le sfide del futuro e diventare anche delle opportunità".Confindustria Est Europa riunisce 11 rappresentanze confindustriali del Centro-Est Europa in cui a farla da padroni sono le esportazioni italiane in macchinari, tessile, food e gli investimenti in infrastrutture ed energia.Si va, tra le altre, dall'Albania, con le importanti opportunità nelle rinnovabili e nelle infrastrutture di trasporto, come la piattaforma commerciale di Durazzo denominata Porto Romano.Alla Bulgaria, con il 41,8% delle risorse del Pnrr per lo sviluppo della sostenibilità e per la decarbonizzazione, oltre ai cinque corridoi pan-europei. In Montenegro è l'energia il settore trainante con enormi potenzialità per investimenti e la partecipazione a gare internazionali, in particolare nelle centrali idroelettriche.L'Italia è anche il quarto Paese fornitore per la Polonia, Paese che ha un enorme potenziale nel settore dei servizi avanzati alle imprese, oltre a presentarsi come nuovo hub di produzione europeo per farmaci generici complessi e biosimilari.Nella federazione anche la Romania che ha nelle infrastrutture e nella costruzione di nuove fabbriche alcune delle nuove chance di investimento per le imprese italiane.Infine, la Serbia, con la storica presenza della Fiat e la produzione per il 2024 di un nuovo modello Stellantis."Vale mettere in evidenza come negli ultimi vent'anni questi Paesi siano cambiati: non sono più Paesi che abbiamo conosciuto, perché hanno raggiunto un livello di complessità molto superiore. Negli ultimi decenni i Paesi dell'Europa centrorientale hanno registrato una crescita più dinamica dell'Europa occidentale. Secondo i dati divulgati dal Fondo monetario internazionale per quanto riguarda la crescita stimata del Pil per il 2024 è del 2,9% mentre l'Europa occidentale è l'1,2%".Con questo scenario e questo range di opportunità, l'obiettivo è fare sistema e puntare a conquistare nuove fette di mercato e nuovi settori. "Confindustria Est Europa si pone in prima linea con lo scopo di affrontare e affiancare come parte del sistema confindustriale gli imprenditori e le imprese che guardano a questo territorio con interesse, per rafforzare le collaborazioni commerciali, per dare un sostegno solido e concreto sia alle imprese già presenti sia a chi guarda con grande interesse a questi Paesi. Vogliamo essere costruttori di ponti per far crescere il partenariato economico tra Italia e Paesi dell'Europa centrorientale", conclude la presidente di Confindustria Est Europa.

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