Migranti, Meloni: con Tunisia serve rispetto, a volte è mancato

  • 6 mesi fa
Bruxelles, 26 ott. (askanews) - Con la Tunisia, per evitare che si ripetano i problemi che si sono verificati nell'applicazione del Memorandum d'intesa con l'Ue "quello che serve è il rispetto, l'ho detto e lo ribadisco". Lo ha affermato la presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, parlando alla stampa al suo arrivo al Consiglio europeo oggi a Bruxelles."Perché non si può pensare - ha osservato Meloni - di parlare con le istituzioni di un'altra nazione con l'approccio paternalistico, con quest'idea di superiorità che noi a volte dimostriamo. Se si decide di approcciare un proprio partner e si decide di parlare di partnership strategica, poi - ha insistito - si deve dimostrare rispetto. E questo delle volte con la Tunisia è mancato, e ha creato i problemi che sta creando".A chi chiedeva in che senso si è mancato di rispetto alla Tunisia, e chi lo abbia fatto, la premier ha risposto: "Nel senso che abbiamo visto tentativi di dichiarare la Tunisia Paese non sicuro, da parte di esponenti e forze politiche, di realtà politiche, di chi politicamente vuole eliminare la possibilità che l'Europa governi i propri flussi migratori".Insomma, sono cose che succedono, "sta nelle cose della politica, quotidianamente; il problema - ha proseguito Meloni -, è che quando si parla di politica internazionale, geopolitica, rapporti tra Stati, le cose cambiano".Secondo la premier bisogna avere un approccio diverso "con la Tunisia, ma anche con l'Egitto e con gli altri paesi africani, che poi sono molti". Perché "non sono solo quelli del Nord Africa"; quelli "sono l'ultima frontiera di un problema che anche loro hanno, dai paesi di provenienza"; e ad esempio "in Tunisia entrano ogni giorno migliaia di persone"."Io ho sempre detto - ha continuato Meloni - che il tema non è andare in questi Paesi e dire loro: ti do delle risorse se mi controlli i flussi migratori. Il tema è costruire una partnership molto più ampia, che preveda anche investimenti, un'immigrazione legale, e un'immigrazione legale sulla base di formazione fatta anche in loco".Insomma, è "un lavoro serio, perché ogni nazione ha delle risposte da dare ai propri cittadini. Io non penso di risolvere i problemi miei scaricandoli su qualcun altro, se non lo aiuto a risolvere anche i suoi", ha concluso la presidente del Consiglio.

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