Mercato dei Venture Capital embrionale in Italia, ma è grande opportunità

  • 7 mesi fa
Roma, 19 ott. (askanews) - Il venture capital è uno strumento ancora sotto-utilizzato in Italia, ma che ha grandi prospettive di sviluppo e può fornire una spinta alla crescita. Se n'è parlato nell'evento "Venture Capital, motore dell'Innovazione" organizzato da Italian Tech Alliance con LVenture Group a Roma in occasione della presentazione dell'Osservatorio trimestrale sul Venture Capital in Italia. Dice Roberto Magnifico, consigliere d'amministrazione di LVenture e Italian Tech Alliance: "Il mondo del venture capital è quello di un mercato ancora di fatto embrionale, ma con forti opportunità di ulteriore sviluppo, anzi con una forte necessità di far sviluppare il mercato del venture capital in Italia, anche la fonte di risorse di tutti quei settori di ricerca e innovazione, di nuove tecnologie per le nuove imprese del domani, del mercato italiano". Per cogliere queste opportunità, però, è necessario che vi investano soggetti economici con importanti dotazioni finanziarie, come i fondi pensione. Spiega Magnifico: "Per fare sviluppare di più il settore ci vuole un maggiore coinvolgimento dei fondi pensione e delle casse di previdenza che sono quegli investitori istituzionali che sono molti presenti in altri mercati. Per capire un po' le dimensioni, sia in termini assoluti che in termini relativi, cioè di euro investiti oppure rispetto al Pil, la dimensione del mercato di venture capital è veramente tra i più bassi a livello globale. Sono stati investiti circa 800 milioni-un miliardo di euro nel venture capital quest'anno in Italia, questo rapprese meno dello 0,01% rispetto al Pil italiano, e confrontato ad altri paesi sono tutt'altre cifre: vanno dallo 0,40% di Israele e di qualche paese nordico, lo 0,25% degli Stati uniti. Francesco Cerruti, direttore generale di Italian Tech Alliance, vede la necessità di fare in modo che vi sia nel settore un accurato impegno delle risorse pubbliche e private e un adeguamento di una normativa ormai datata: "E' importante quando si parla di venture capital nel nostro paese fare un'operazione di chiarezza: l'Italia è periferia dell'Impero, i volumi che vengono mossi dalle imprese innovative, che vengono raccolti dalle start-up italiane, sono ancora purtroppo molto lontani rispetto a quello che avviene in tanti paesi esteri. Per esempio la Spagna, la Francia, la Germania. Siamo però convinti che il venture capital possa e debba essere il motore dell'innovazione. Le imprese innovative e tutto quello che gira attorno alle imprese innovative, come ad esempio il trasferimento tecnologico, debbono essere il motore di rilancio economico di un paese industrializzato nel 2023. Non siamo alieni, sappiamo molto bene che la situazione geopolitica e macroeconomica è molto delicata, ma proprio per questo pensiamo che siano questi i momenti in cui decidere, con grande attenzione e grande cura, dove riversare le risorse di tipo pubblico e di tipo privato. Siamo convinti che le imprese innovative possano essere una delle punte di diamante del rilancio del nostro paese. Per questo motivo ci auguriamo principalmente due cose: da una parte che le poche risorse, in generale e in particolare nel settore dell'innovazione, vengano direzionate con grande cura e cautela a in maniera molto funzionale rispetto agli operatori presenti sui mercati e che possa avvenire in tempi brevi una modernizzazione del cosiddetto 'Start-up Act', il testo che regola il mercato dell'innovazione e che risale all'ormai antico 2012.

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