Energia, Eni premia la ricerca: la tecnologia per le sfide del futuro
  • 6 mesi fa
Roma, 17 ott. (askanews) - In una fase complessa per il settore energetico come quella attuale a livello globale, una strada preziosa per affrontare l'instabilità delle risorse e il riscaldamento climatico arriva dai progressi della ricerca.Giunto quest'anno alla sua quindicesima edizione, il premio Eni Award è considerato un punto di riferimento a livello internazionale per la ricerca in energia e ambiente e ne testimonia l'importanza che ha per il gruppo. A premiare i ricercatori da ogni parte del mondo al Quirinale sono stati il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella con l'amministratore delegato di Eni, Claudio Descalzi e il presidente, Giuseppe Zafarana.Dalla sua istituzione nel 2008, le candidature sono state più di undicimila. La commissione scientifica che ha valutato le ricerche è composta da scienziati che appartengono ai più avanzati istituti di ricerca a livello mondiale e negli anni ha visto la partecipazione di ben 6 Premi Nobel.Tra i vincitori di quest'anno per la sezione Giovani talenti dall'Africa, istituita nel 2017, Gloria Amo-Duodu della Durban University of Technology del Sud Africa. Gloria ha studiato nanoparticelle metalliche con proprietà magnetiche per migliorare la qualità del biogas prodotto da acque reflue."Il mio progetto è stato quello di introdurre nanoparticelle per migliorare la produzione di biogas e ottimizzare il metano. E così con il progetto ho osservato 5 diversi tipi di particelle e quale tipo di particella diluisce il biogas prodotto. E quindi abbiamo realizzato che con l'introduzione di nanoparticelle lo iodio da metano aumenta e quindi con questo livello non c'è bisogno di fare un trattamento successivo per il biogas. Il mio progetto è parte di un progetto più grande in Sudafrica e stiamo lavorando su un progetto pilota, dopo quello di laboratorio, per migliorale il sistema".Nella sezione Transizione energetica, tra i premiati Jeffrey R. Long, della University of California di Berkeley, che ha sviluppato una ricerca che permette ad esempio all'anidride carbonica di essere separata da gas di combustione e persino dall'aria. "La nostra ricerca riguarda in realtà la creazione di materiali porosi simili a spugne in grado di assorbire grandi quantità di anidride carbonica. E così invece di emettere anidride carbonica nell'atmosfera dalla produzione di energia o da altri processi industriali questi materiali possono assorbirla e rilasciarla in forma pura per il sequestro nel sottosuolo o per la realizzazione di altri prodotti utili. Quindi in questo momento abbiamo una startup che ha intensificato la produzione di questi materiali spugnosi e stiamo costruendo degli strumenti in grado di catturare in particolare la CO2 già presente nell'atmosfera. E questa è una separazione molto difficile perché la CO2 è molto diluita nell'atmosfera, ma i materiali che produciamo possono assorbire quella CO2 e produrre CO2 pura dall'aria".
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