Scioperi e proteste, il calcio femminile spagnolo ancora nella bufera
  • 7 mesi fa
Roma, 19 set. (askanews) - L'allenatore è cambiato, il presidente Rubiales si è dimesso ma non si placano le polemiche nel calcio femminile spagnolo, dove parecchie giocatrici hanno affermato che non risponderanno alla convocazione in nazionale. Pressioni, angherie, e soprattutto sessismo: le atlete chiedono un cambiamento più profondo.Le giocatrici della nuova allenatrice Montse Tomé devono riunirsi stasera, martedì 19 settembre in un albergo di Valencia. E in effetti almeno cinque delle ribelli sono arrivate all'appuntamento pur dichiarandosi ancora in sciopero; chi non si presentasse alla convocazione in nazionale rischia della sanzioni, da una multa all'interdizione."Mi piace essere qualcuno che dimostra empatia, mi piace ascoltarle e quello che è successo in questo periodo è molto sgradevole" ha detto Montse Tomé in conferenza stampa; però "sono delle professioniste, sono campionesse del mondo, essere in nazionale è un privilegio e so che verranno con noi".In sciopero però sono almeno 39, di cui 15 in Nazionale, e che rispondano o meno per ora alla convocazione, chiedono modifiche profonde alle strutture dirigenziali. Non è stata convocata affatto invece Jenny Hermoso, la giocatrice da cui tutto è partito, dopo il bacio non richiesto davanti alle telecamere del presidente della federazione Rubiales la sera in cui la Spagna ha vinto il Mondiale femminile in Australia. Rubiales alla fine si è dimesso dopo tre settimane di resistenza, e già era stato esonerato l'allenatore Jorge Vilda, suo amico e alleato.Secondo la neo allenatrice Tomé, Hermoso non è stata convocata per proteggerla; c'è un'indagine in corso dopo la sua denuncia contro Rubiales. Ma su X, ex Twitter, la giocatrice ribatte, "Proteggermi da cosa, e da chi?"Qualcuno critica le giocatrici perché non sarebbero abbastanza chiare nelle loro richieste ma nell'ambiente si dice che hanno paura a parlare. La questione non finirà qui, mentre le giocatrici continuano ad avere il sostegno di molti colleghi uomini e tantissime calciatrici di altre nazioni.
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