Palermo, l'arte del graffito per riqualificare le carceri
  • 8 mesi fa
Dalle sbarre alla libertà attraverso la musica. È la storia di Naomi Blount Wilson e Monique Mull, in arte BL Shirelle. Stasera in concerto allo Steri di Palermo per il progetto “Gap - Graffiti Art in Prison”.

Partita 3 anni fa da Palermo, l’iniziativa coinvolge detenuti, artisti e dottorandi insieme nella riqualifica degli spazi carcerari attraverso l’arte del graffito. "Abbiamo portato l'arte in carcere per due motivi - spiega Gabriella Cianciolo, direttrice e coordinatrice scientifica di Gap - per allontanare dagli spazi il senso di oppressione attraverso questa forma di espressione contemporanea, ma anche per dare visibilità a queste carceri, luoghi generalmente trascurati"

Il punto di partenza è proprio lo Steri. “Qui c'è un patrimonio straordinario di graffiti - continua Cianciolo - siamo partiti proprio analizzando i segni lasciati dai detenuti della Santa Inquisizione”.

Nel triennio di attività Gap ha prodotto: 6 settimane di studio con 20 dottorandi provenienti da Stati Uniti, Spagna, Germania, Cipro, Turchia, Canada, Israele e Italia, su tematiche storiche, artistiche, scientifiche, sociali e laboratori di riqualifica degli spazi. Coinvolte nel progetto: l’Università di Palermo, Zaragoza, l'Istituto di Storia dell'Arte di Firenze e l'Accademia di Arte e Design di Catania e le carceri Pagliarelli, Ucciardone, Malaspina a Palermo e Sollicciano a Firenze.
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