Gregori: Atenei raccordi vitali tra blue-economy e sostenibilità

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Ancona, 17 mag. (askanews) - L'ecosistema che ruota intorno al mare e alle città di mare è la realtà più sfidante e complessa da interpretare in ottica di sostenibilità. E l'Italia con le sue coste, i porti, le sue imprese .- alcune delle quali riconosciute come eccellenze mondiali - più di altri Paesi è in prima linea in questa sfida, che in realtà può -e deve- essere interpretata come opportunità di sviluppo e crescita.Ma servono nuove competenze, volontà di innovare, e visioni in grado di superare le complessità generate dalla compresenza nella blue-economy di soggetti dalle finalità diversissime, a volte contrapposte. In questa prospettiva il ruolo dell'Università diventa davvero strategico."Quando si fa riferimento alla blue-economy non ha senso ragionare in termini di un unico settore, ma dobbiamo prendere in considerazione più settori, anche distanti fra loro e provare a collegarli. Quindi l'approccio più corretto è un approccio circolare - dice il Rettore dell'Univpm Gian Luca Gregori - Perché sostenibilità? Innanzitutto perché c'è necessità di sviluppo, ma uno sviluppo che risponda a determinati canoni. La sostenibilità non è un'azione one-spot, ma è un percorso che continuamente deve essere realizzato. E in tal senso cosa fa l'università? Abbiamo diversi programmi, oltre a un corso di laurea magistrale, perché il tema delle competenze da questo punto di vista è particolarmente rilevante. Quindi più contributi connessi tra loro in un'ottica di convergenza".Di sostenibilità e blue-economy se ne è discusso ad Ancona, all'Università Politecnica delle Marche (Univpm), nel corso della decima e ultima tappa del Giro di Italia della Csr, il tour che il Salone della Csr e dell'innovazione sociale sviluppa nelle regioni italiane per dare visibilità alle migliori pratiche di responsabilità sociale di impresa e sostenibilità espresse dai territori."Credo che bisogna migliorare non solo la sensibilità delle persone rispetto ai problemi delle riserve marine, e del mare in generale, ma anche l'azione delle imprese e delle istituzioni - commenta Rossella Sobrero del gruppo promotore del Salone della Csr e dell'innovazione sociale - L'aver scelto di parlare di blue-economy e sostenibilità ad Ancona ci è sembrato naturale. E sempre più siamo convinti che mare e oceani hanno una funzione fondamentale per il benessere delle persone e del pianeta".La connessione necessaria tra sostenibilità e blue-economy deve però fare i conti anche con la realtà specifiche di ciascun tessuto economico che si sviluppa intorno al mare. Anche in questo caso - è emerso nel corso dei lavori - le università possono ricoprire una funzione preziosa di raccordo culturale e operativo tra le imprese grandi e piccole della blue-economy e le risorse che consentono dare forma concreta alla sostenibilità. "Dal nostro punto di vista, considerando che in regione Marche abbiamo oltre un 90% di imprese sotto i 10 addetti e il 97-98% di imprese sotto i 50 addetti, la sfida più grande è quella di trasferire questi concetti e queste conoscenze in maniera molto operativa al sistema delle piccole imprese. E quindi di far comprendere come si fa ad essere sostenibili; e perché essere sostenibili può essere vantaggioso anche dal punto di vista del mercato".A livello mondiale è stato previsto che il valore complessivo della blue-economy raddoppierà entro il 2030. Inviati del 17/05/23 14:26 -- Audio - Gregori: Atenei raccordi vitali tra blue-economy e sostenibilità 00:00:00:00 20230517_video_14261958 00:00:00:00 00:00:00:00 00:00:00:00

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