In Olanda il mulino che produce ancora i colori di Vermeer

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Roma, 8 mag. (askanews) -I cinque mulini di Zaanse Schans sono meta iconica per i turisti in Olanda ma pochi sanno che in uno di loro, Verfmolen De Kat, ancora oggi si macinano i materiali per i pigmenti come all'epoca d'oro della pittura fiamminga, usando metodi che datano dal 17esimo secolo; lo stesso grande Johannes Vermeer probabilmente passò di qui.Oggi gli artisti usano colori sintetici molto più stabili ed economici ma fino al secolo scorso, per ottenere le tinte brillanti ci volevano soldi e fatica; il blu oltremare dalle gemme, il rosso dalle cocciniglie. I materiali preziosi più duri, legni tropicali o pietre, sono ridotti in frammenti dalle macine; dentro il mulino si fa un passo indietro nel tempo, sono in vendita colori in tutte le sfumature possibili, pronti per gli artisti di oggi, anche quelli che cercano tinte ecologiche, spiega il colorista Piet Kempenaar: "Siamo la sola compagnia che produce tinte vegetali; gli artisti tessono, tingono la lana e la seta, e qui trovano tinture dagli alberi tropicali come le facevano nel 17sesimo secolo, dal Brasile, dal Messico, da legni indiani, tutto fatto nel nostro mulino". "Il re dei blu - dice - è un mezzo diamante dal Cile o dall'Afghanistan, e poi c'è il lapislazzulo che usava Vermeer, lui aveva i soldi, chi se lo può permettere? Dieci grammi di questa roba sono 44 euro".Il colore più prezioso che esisteva, da una pietra che veniva dall'Asia, e all'epoca costava quanto l'oro. Ancora oggi le tinte del mulino vengono usate anche alla scuola di pittura del Rijksmuseum di Amsterdam. La polvere viene macinata col mortaio e mescolata con olio pronta per la pittura, un lavoro faticoso. Ma già allora il mulino lo semplificava, con la forza del vento.

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