Delmastro: dazi di civiltà contro prodotti che inquinano di più
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Torino, 14 mar. (askanews) - Penalizzare le economie dei Paesi che inquinano di più con l'introduzione di "dazi di civilità" che proteggano le filiere produttive e le economie europee che inquinano di meno. E' la prospettiva di azione in tema di sostenibilità sulla quale dovrebbe muoversi l'Europa indicata da Andrea Delmastro, sottosegretario alla Giustizia e deputato di Fratelli d'Italia."Immediatamente abbiamo rinviato la Sugar Tax e la Plastic Tax che nascevano dalla valutazione che mari, fiumi, oceani sono inquinati. Il problema è che solo 0,88% di mari fiumi e oceani è inquinato, secondo il WWF, dall'Europa e non si conosce la quota Italia; mentre l'80% è inquinato da Cina, India e Indocina - ha detto Delmastro - Allora quando un governante acquisisce quel dato e vuole preservare l'ambiente, se deve punire qualcuno deve punire quelle economie del Sud-est asiatico che fanno concorrenza sleale all'Italia, all'Europa, all'Occidente per il tramite di danni ambientali. E deve semmai premiare quella filiera europea, che è così brava che inquina solo per lo 0,88%. Viceversa i governi precedenti avevano introdotto la Plastic Tax e la Sugar Tax, la cui entrata in vigore abbiamo rinviato perché vogliamo convincere l'Europa di applicare i dazi di civiltà sui prodotti che inquinano, che vengono dal sud-est asiatico e che ci fanno concorrenza sleale. Siamo già riusciti a convincere l'Europa al rinvio dello stop al motore termico; crediamo, forse con più difficoltà, ma che riusciremo comunque convincere Europa a difendere l'occupazione, la produzione e il nostro sistema industriale".Parlando a Torino, a margine del un convegno promosso dall'Associazione Nazionale Commercialisti dal titolo "2023 l'evoluzione delle professioni, rapporto tra amministrazione pubblica e professionisti", Delmastro ha criticato le posizioni ambientaliste che si contrappongono ad una sostenibilità anche economica delle attività produttive."Esiste un 'talebanesimo' ambientalista in Italia che ritiene che la sostenibilità ambientale debba andare a detrimento della sostenibilità economica e sociale - ha detto Delmastro - Viceversa noi lo vogliamo coniugare: aiutare le imprese nella transizione non punire le imprese. E soprattutto dobbiamo scegliere quale transizione. Perché se la transizione per esempio è sull'auto elettrica e sulle batterie significa il prostrarsi ad una nuova dipendenza: dopo quella del gas russo a quello dell'auto e della batteria elettrica della Cina; così che quando la Cina chiude il rubinetto andiamo tutti a cavallo. Forse quello è il modello di alcuni non è il nostro".
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