Save the Children, 449 mln di bambini vivono in zone di conflitto
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Roma, 28 feb. (askanews) - Afghanistan, Somalia e Siria - alcune delle principali nazionalità di provenienza delle persone che hanno perso la vita nel naufragio di Crotone, nel tentativo disperato di raggiungere l'Europa - sono tra i dieci Paesi peggiori in cui vivere per i bambini, secondo il Rapporto "The forgotten ones", diffuso in Italia da Save the Children, l'Organizzazione che da oltre 100 anni lotta per salvare le bambine e i bambini a rischio e garantire loro un futuro.Secondo il Rapporto, 449 milioni di bambini vivono in zone di conflitto. In un anno più di 8mila bambini sono morti o sono stati mutilati a causa di guerre e violenze con una media di 22 al giorno.Nel video "Save the Survivors', basato su storie vere, viene raccontato l'impatto sulla vita quotidiana dei bambini che vivono in zone di guerra e le conseguenze degli orrori del conflitto. Storie che non possono lasciare indifferenti, come quella di Ruba, dalla Siria, che aveva solo pochi giorni quando ha perso i genitori, uccisi dall'esplosione di un barile bomba. O di Dioura, 12 anni, costretta a fuggire e a costruirsi una nuova vita dopo l'attacco del suo villaggio, in Niger, ad opera di gruppi armati. E di Kibrom, 13 anni, che dopo aver viaggiato a piedi per un mese con la madre, riparandosi nelle grotte, è perseguitato dai ricordi delle violenze che ha visto durante il viaggio e terrorizzato all'idea di subirne altre.
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