Giorno Ricordo, "Papà incarcerato dai titini perché italiano"

  • anno scorso
Roma, 10 feb. (askanews) -"Io ricordo, pur essendo piccolo, ricordo il momento in cui papù fu incarcerato proprio dai titini in quanto italiano, nemico del popolo, questa è stata l'accusa che gli rivolsero. Io avevo un anno e mezzo ma un ricordo nolto limpido di questi miilitari col colbacco vestiti alla russa, tanto per fare un riferimento, vestiti come sono vestiti i militari dei Paesi dell'Est, col cappotto lungo a campana. E io che prendevo i sassolini da terra e glieli buttavo addosso, mamma era terrorizzata": così Claudio Smareglia, profugo giuliano-dalmata, intervistato da Senato Tv, in occasione della Giornata del ricordo, che ricorda i massacri delle foibe e l'esodo giuliano-dalmata."Papà esce dopo un anno e due mesi, non ne ha più voluto parlare, aveva tutto dentro, ma erano cose brutte che avevano dentro. Io, mia mamma, mio zio, suo fratello e sua mamma, cioé mia nonna, siamo finiti al Silos, uno di questi campi profughi, tra l'altro era un Paese che aveva sofferto una guerra terrificante e noi eravamo bocche nuove da sfamare e non eravamo visti benissimo", ha aggiunto."Poi tutto questo era finito. Alla vigilia degli anni Sessanta c'è stato il boom economico, e lo abbiamo avuto anche noi, abbiamo trovato una casa e riunificato la famiglia a Mestre, neanche lontano dal posto dove eravamo sempre stati, la parlata era simile e abbiamo ricostruito una vita", ha concluso.

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