Il romanzo che diventa danza: Alessandro Sciarroni e il suo Dream
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Milano, 12 dic. (askanews) - Sei performer, un pianoforte, uno spazio a Parigi e il senso di una fine, addirittura di una scomparsa dell'umanità. Alessandro Sciarroni, uno degli artisti più significativi per il modo nel quale pensa la creazione e il suo essere contemporanea, ha presentato anche al 104 nella capitale francese il suo ultimo spettacolo."Dream - ha detto Sciarroni ad askanews - è una performance composta da un evento prettamente performativo che avviene in un luogo che somiglia più a uno spazio museale che a un teatro in senso tradizionale e un libro. È una performance di lunga durata all'interno della quale il pubblico può sostare, può muoversi, può restare quanto vuole, può avvicinarsi ai performer, un po' come si fa in un museo, quando vuoi andare a vedere una scultura da vicino. Al termine del lavoro agli spettatori viene consegnato un libro che ha lo stesso titolo dello spettacolo, si chiama Dream, dove rivediamo la cornice drammaturgica del lavoro. Si tratta di un breve romanzo".Uno spettacolo che ha preso la forma di un romanzo durante la pandemia e che racconta una storia teatrale, che è però anche quella dell'umanità che a un certo punto decide di fare un passo indietro e di andare verso l'estinzione volontaria, con serenità, come scelta consapevole alla luce di un fallimento. E la messa in scena reale riprende quella che avviene alla fine del romanzo, in un intreccio di linguaggi che crea una vertigine."L'ultima parte dello spettacolo del romanzo - ha aggiunto l'artista Leone d'oro alla Biennale di Venezia - è un'osservazione dell'essere umano da vicino: non c'è più la barriera teatrale e il pubblico può interagire liberamente o decidere anche di stare alla periferia di questo sistema".Il lavoro di Alessandro Sciarroni si muove con grazia dentro le possibilità offerte dalla danza, pensata però come arte a tutto tondo, come indagine sui luoghi sfocati della nostra contemporaneità e della nostra umanità più in generale. Ed è affascinate avvicinarsi alle sue opere anche per capire il ruolo che ha la parola, sia essa scritta oppure orale, per dare vita poi a spettacoli in cui sembra scomparire, assunta in una forma più completa di espressione."Avevo iniziato a pensare a questo romanzo - ha concluso Sciarroni - senza sapere che ci sarebbe stata una performance, poi quando ho iniziato a lavorare alla performance non capivo più neppure la relazione con il libro, finché a un certo punto ho capito che il libro doveva entrare nella performance e che Dream sarebbe stato il finale di questo romanzo. In questo caso la scrittura è stata fondamentale, molto più che in altri lavori"."Dream" poi prosegue la sua tournée, che lo porterà anche in Triennale a Milano.
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