“La poesia è un’avventura verso l’assoluto. Si può arrivare più o meno vicino; si può fare più o meno strada, ecco tutto. Bisogna lasciar correre l’avventura, con tutta la bellezza del rischio, della probabilità, del gioco”. È questa la concezione della poesia di Pedro Salinas y Serrano, poeta, celebre critico letterario, saggista, professore universitario, traduttore, narratore, drammaturgo e membro più anziano e più versatile della celebre "Generazione del 1927," il gruppo di poeti che fiorirono in Spagna dal 1920 al 1936. Nato a Madrid il 27 novembre 1891 e deceduto a Boston il 4 dicembre 1951, Salinas ci dona versi di grande sensibilità, autentici, belli. Nel suo desiderio di rinnovare la poesia in lingua spagnola, Salinas fonde le tendenze letterarie europee con il patrimonio letterario della Spagna, il risultato è una poesia sopraffina, delicata, pura, reale, sensuale, romantica. I suoi versi ricamano il concetto dell'amore attraverso tutti gli stati d'animo che lo compongono, arrivano al cuore proprio perché reali, immediati, sublimano i concetti con un linguaggio incisivo, penetrante, efficace, musicale. Musica e poesia non dovrebbero essere mai scisse, fanno parte di un patrimonio emozionale prezioso, che appaga anima e pensiero. Le poesie andrebbero sempre lette in lingua originale, pubblico entrambe le versioni. NON HO BISOGNO DI TEMPO Non ho bisogno di tempo per sapere come sei: conoscersi è luce improvvisa. Chi ti potrà conoscere là dove taci, o nelle parole con cui tu taci? Chi ti cerchi nella vita che stai vivendo, non sa di te che allusioni, pretesti in cui ti nascondi. E seguirti all’indietro in ciò che hai fatto, prima, sommare azione a sorriso, anni a nomi, sarà come perderti. Io no. Ti ho conosciuto nella tempesta. Ti ho conosciuto, improvvisa, in quello squarcio brutale di tenebra e luce, dove si rivela il fondo che sfugge al giorno e alla notte. Ti ho visto, mi hai visto, ed ora, nuda ormai dell’equivoco, della storia, del passato, tu, amazzone sulla folgore, palpitante di recente ed inatteso arrivo, sei così anticamente mia, da tanto tempo ti conosco, che nel tuo amore chiudo gli occhi, e procedo senza errare, alla cieca, senza chiedere nulla a quella luce lenta e sicura con cui si riconoscono lettere e forme e si fanno conti e si crede di vedere chi tu sia, o mia invisibile. YO NO NECESITO TIEMPO Yo no necesito tiempo para saber cómo eres: conocerse es el relámpago. ¿Quién te va a ti a conocer en lo que callas, o en esas palabras con que lo callas? El que te busque en la vida que estás viviendo, no sabe mas que alusiones de ti, pretextos donde te escondes. Ir siguiéndote hacia atrás en lo que tù has hecho, antes, sumar acción con sonrisa, años con nombres, serà ir perdiéndote. Yo no. Te conocì en la tormenta. Te conocì, repentina, en ese desgarramiento brutal de tiniebla y luz, donde se revela el fondo que escapa al día y la noche. Te vi, me has visto, y ahora, desnuda ya del equívoco, de la historia, del pasado, tù, amaz