Verona - Truffa su accoglienza migranti, sequestro da 12 milioni (05.11.21)

  • 2 anni fa
https://www.pupia.tv - I finanzieri del comando provinciale della Guardia di Finanza di Verona, all’esito di specifiche indagini delegate dalla locale Procura della Repubblica nel settore degli appalti pubblici, stanno eseguendo in queste ore un decreto di sequestro preventivo «per equivalente» per un importo complessivo di oltre 12 milioni di euro.

Il provvedimento, disposto dal gip del Tribunale di Verona, Raffaele Ferraro, su richiesta del sostituto procuratore Maria Diletta Schiaffino, è stato emesso nei confronti di una società della provincia operante nel settore sportivo e del suo rappresentante legale, un imprenditore 60enne residente a Verona che è indagato, tra l’altro, per i reati di truffa aggravata nei confronti di un ente pubblico (la Prefettura di Verona), falsità ideologica commessa dal privato in atto pubblico e turbata libertà degli incanti.

Il sequestro giunge al termine di articolate indagini del Nucleo di polizia economico finanziaria di Verona, durate oltre due anni, le quali - grazie anche alla collaborazione della Prefettura, che aveva segnalato talune irregolarità rilevate in fase di rendicontazione delle spese - hanno disvelato i contorni di una ben architettata truffa perpetrata dalla società, affidataria - insieme ad altre - del servizio di accoglienza ed assistenza ai cittadini stranieri richiedenti protezione internazionale in provincia di Verona negli anni 2016, 2017 e 2018 e, per questo, destinataria di una somma complessiva di 12.242.711 euro in relazione alla gestione di oltre 700 migranti.
Nel corso delle investigazioni, i finanzieri hanno accertato una serie di irregolarità nella documentazione prodotta in sede di gara, recante false attestazioni in ordine al possesso dei requisiti di partecipazione al bando, tra cui quelli riferiti all’oggetto sociale, alla pregressa esperienza nel settore, al numero di operatori e alla idoneità delle strutture destinate all’accoglienza.

Le Fiamme gialle scaligere hanno appurato, in particolare, che a fronte della «comprovata esperienza in ambito Sprar [Sistema di protezione per richiedenti asilo e rifugiati] o in progetti di accoglienza similari destinati ai richiedenti protezione internazionale» condizione necessaria richiesta dal bando di gara, la società aveva attestato - senza, tuttavia, documentarne la circostanza - di essersi impegnata nel tempo nell'inserimento sociale degli immigrati attraverso attività svolte a favore di giovani profughi provenienti dall'Albania nel 1989 e dalla ex Jugoslavia negli anni 1991-1995, laddove la stessa era stata, invece, costituita nel settembre del 2000. (05.11.21)

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