Così, ancora una volta, Nerone torna ai suoi divertimenti sperando che la madre muoia nella tragedia navale da lui architettata. Ma ciò non avviene e Agrippina ritorna nuovamente alla villa. Questa volta la donna scende a patti con Seneca e Poppea, concedendo a quest'ultima di sposare suo figlio, a condizione che quest'ultimo smetta di cantare, definendolo vocalmente un cane. Nerone, ascoltate queste parole, in preda alla follia brucia l'intera città di Roma e uccide Agrippina, Poppea e Seneca, continuando a tormentare col suo canto i loro busti marmorei.
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