Fano (PU) - Lavoratori immigrati sfruttati in autolavaggio: 4 arresti (14.07.21)
  • 3 anni fa
Operazione “Car Wash” dei carabinieri del Gruppo di Tutela del Lavoro di Venezia che, coadiuvati dai colleghi dei comandi provinciali di Latina e Ravenna, hanno tratto in arresto 4 persone (una finita in carcere, le altre tre ai domiciliari) con l’accusa di aver sfruttato lavoratori immigrati in autolavaggi.

Le indagini, coordinate dal sostituto procuratore Silvia Cecchi, del tribunale di Pesaro, hanno consentito ai militari di individuare una impresa operante nel settore del lavaggio di autoveicoli, con sede legale a Fano, che reclutava cittadini, prevalentemente egiziani, da impiegare come manodopera per lavorare presso diversi impianti del settore, in regime di sfruttamento.

Gli accertamenti permettevano di far emergere le condotte delinquenziali dei quattro indagati: il principale di questi, un egiziano, in qualità di datore di lavoro di fatto e titolare occulto dell’autolavaggio, rivestendo un ruolo apicale nel sodalizio con funzioni di direzione, coordinamento e controllo del personale impiegato, nonché riscossore degli incassi settimanali, si serviva degli altri tre indagati per reclutare, trasportare e impiegare, anche “in nero”, nel citato impianto di autolavaggio, i lavoratori ai quali corrispondeva una retribuzione oraria di 3 euro per ogni ora di lavoro, a fronte dei 6,51 contrattualmente previsti, omettendo il pagamento di ogni emolumento accessorio ed obbligatorio previsto dal contratto collettivo nazionale applicato.

Dall’attività investigativa, inoltre, emergeva come i quattro arrestati, approfittassero dello stato di bisogno dei lavoratori che si trovavano in condizioni di vulnerabilità e bisogno dettate dalla loro necessità di rinnovare il permesso di soggiorno e dello stato di indigenza in cui versavano, impiegandoli per 12 ore giornaliere, senza consentire la fruizione del riposo settimanale e imponendo loro il pagamento di 150 euro per un posto letto all’interno di dimore in pessimo stato, prive di riscaldamento, con infissi danneggiati e con servizi igienici del tutto inadeguati, per poi impiegarli come lavaggisti presso l’impianto di Fano ma anche, a necessità, presso altri impianti delle altre province limitrofe, del Lazio e Abruzzo.

Anche le norme sulla sicurezza sui luoghi di lavoro venivano completamente disattese. Inoltre, veniva accertata un’inadempienza contributiva da parte del titolare dell’autolavaggio per oltre 150mila euro, nonché l’impiego “in nero” di 18 lavoratori, due dei quali sprovvisti di permesso di soggiorno. (14.07.21)
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