Controlli della Guardia Costiera in tutta Italia: 620 illeciti, sanzioni per 1,2 milioni (30.04.21)
  • 3 anni fa
https://www.pupia.tv - Durante tutto lo scorso mese di marzo, sotto il coordinamento nazionale del Servizio per la Cooperazione Internazionale di Polizia del Ministero dell’Interno, si è svolta l’operazione globale ambientale denominata “30 Days at Sea 3.0”.

Pianificata a livello internazionale dall’Interpol, l’attività ha visto la partecipazione di 67 Paesi in tutto il mondo, coinvolgendo, per l’Italia, anche tutti i comandi territoriali del Corpo delle Capitanerie di Porto – Guardia Costiera, a cui la normativa vigente riconosce specifiche competenze in materia di tutela dell’ambiente marino e costiero. Dopo una fase di acquisizione di informazioni, il personale del Corpo è stato impegnato in complesse e intense attività operative e d’indagine, che hanno portato all’effettuazione di oltre 20mila controlli e all’accertamento di 620 illeciti ambientali (tra penali e amministrativi), per un ammontare delle sanzioni pecuniarie accertate di circa 1 milione e 200mila euro.

Gli accertamenti relativi all’inquinamento terrestre e fluviale hanno portato al sequestro di circa 105mila metri quadrati di superfici, equivalenti a 14 campi di calcio. A questo riguardo l’attenzione si è concentrata anche sul traffico illegale dei rifiuti attraverso i porti e diretti all’estero, in violazione della normativa comunitaria e nazionale, anche con l’utilizzo di documentazione falsi-ficata. Un’attività, questa, non solo illegale, ma che è causa di ingenti danni ambientali per tutti quei Paesi che sono vittime degli stessi traffici.

Tra gli accertamenti più rilevanti: il traffico illegale di rifiuti emerso nel porto Agusta che ha portato al sequestro, da parte della Guardia Costiera, di circa 11mila tonnellate di rifiuti metallici destinati alla Turchia; il traffico illegale di pneumatici fuori uso destinati al Senegal, scoperto dalla Guardia Costiera e dal personale dell’Agenzia delle Dogane nel porto di Trieste. In questo caso si è accertato che i pneumatici, seppur dichiarati come materiale riutilizzabile, rappresentavano un vero e proprio rifiuto destinabile esclusivamente allo smaltimento. (30.04.21)
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