Calenda si dimette dalla direzione del PD (28.08.19)
  • 5 anni fa
https://www.pupia.tv - Calenda si dimette dalla direzione del PD. Il Partito Democratico ha preso la sua decisione. Ho ritenuto di fare chiarezza prima dell’incontro fra Nicola Zingaretti e il Presidente della Repubblica, rassegnando le mie dimissioni. (28.08.19)


Lettera a Zingaretti e Gentiloni: "Ho sempre detto che non sarei rimasto nel partito in caso di accordo con M5S"

Caro Nicola, Caro Paolo,

vi prego di voler accettare le mie dimissioni dalla Direzione Nazionale del Partito Democratico.

È una decisione difficile e sofferta. Nell’ultimo anno e mezzo ho sentito profondamente l’appartenenza a un partito che, per quanto diviso e disorganizzato, consideravo l’ultimo baluardo del riformismo in Italia. Per questo mi sono iscritto al PD all’indomani della sconfitta più pesante mai subita dal centrosinistra.

In questi mesi ho cercato di dare in tutti i modi un contributo di idee e di iniziativa politica. Insieme ci siamo battuti alle elezioni di maggio con coraggio e coesione, raggiungendo un risultato non scontato. È stata un’esperienza entusiasmante. Ho scoperto la tenacia di una comunità di elettori e militanti pronta a combattere per lo Stato di diritto e per la permanenza dell’Italia tra i grandi paesi europei; nonostante tutto e spesso nonostante il partito.

Dal giorno della mia iscrizione ho chiarito che non sarei rimasto nel partito in caso di un accordo con il M5S. La ragione è semplice: penso che in democrazia si possano, e talvolta si debbano, fare accordi con chi ha idee diverse, ma mai con chi ha valori opposti. Questo è il caso del M5S. Le ragioni le abbiamo spiegate ai nostri elettori talmente tante volte che non vale la pena ripeterle qui.

Non saranno 5 o 10 punti generici a far mutare natura a chi è nato per smantellare la democrazia rappresentativa cavalcando le peggiori pulsioni antipolitiche e cialtronesche di questo Paese. Sapete bene che nulla abbiamo in comune con Grillo, Casaleggio e Di Maio. Ed è significativo il fatto che il negoziato non abbia neanche sfiorato i punti più controversi: dall’ILVA alla TAV, da Alitalia ai navigator. Un programma nato su omissioni di comodo non è un programma, è una scusa. Eviterò di commentare la decisione di cedere al diktat del M5S su Conte. In fondo esiste una perversa coerenza nella scelta di questo nome per guidare un Governo nato dal trasformismo. Nelle ultime ore siamo arrivati persino ad accettare un giudizio sull’accordo di Governo da una piattaforma digitale privata che abbiamo sempre giustamente considerato eversiva e antidemocratica.

Nell’ultimo anno sono stato molte volte in disaccordo con le decisioni del Partito, ma ho sempre rispettato il volere della maggioranza. Questo caso è differente. Stringendo l’alleanza con il M5S, il PD rinuncia a combattere per le sue idee e i suoi valori. E questo non posso accettarlo.

Fino a qualche giorno fa ero solo uno dei tanti a pensarla in questo modo. Dirigenti, parlamentari, leader passati e presenti, hanno reiterato per molto te
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