La Gran Bretagna celebra i 100 anni dalla Dichiarazione di Balfour

  • 7 anni fa
Il 2 novembre 1917, la Gran Bretagna si impegnava col Congresso sionista mondiale a garantire l’esistenza di un “focolare nazionale ebraico” in Palestina. Decisione ufficializzata con la Dichiarazione di Balfour, dal nome dal conte Arthur J. Balfour del partito Conservatore britannico, in un momento storico a cavallo tra la Seconda e la Terza ondata migratoria degli ebrei verso la “Terra Santa”.

L’accordo getto’ le basi per la creazione dello Stato d’Israele rinnegando le promesse che la Gran Bretagna aveva fatto agli arabi pur di ottenere il loro appoggio nella guerra contro l’Impero ottomano, alleato degli imperi centrali. Il governo di Londra celebra adesso col suo premier quell’accordo evocato come un momento epico.

Theresa May aveva parlato cosi’ delle scelte di allora: “L’accordo dimostra il ruolo capitale della Gran Bretagna nella creazione della patria per gli ebrei. Ed è un anniversario che ricordiamo con orgoglio. Nata da quella lettera e dagli sforzi di tante persone Isarele è una grande nazione”. “Per questo solo quando si cammina a Gerusalemme o a Tel Aviv si vede un paese in cui le persone di tutte le religioni e di tutti i generi sono libere e uguali davanti alla legge”.

Le vere ragioni della dichiarazione del 1917 erano gli interessi imperiali britannici che sarebbero stati meglio tutelati con una alleanza con i sionisti di Palestina. Oggi una fetta dell’opinione pubblica inglese sta con i Palestinesi per evidenti ragioni umanitarie.

Altri come l’artista di strada Banksy ha marcato l’anniversario in modo umoristico con la caricatura della regina Elisabetta che schiude la scritta scusate (“per un secolo di confusione e conflitti”) su un muro e una torta nuziale per il festino di conquista. Una scenetta ben lontana dalle celebrazioni ufficiali in Gran Bretagna.

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