Decreto Trump sui rifugiati: ONU, da ritirare al più presto

  • 7 anni fa
Anche le Nazioni Unite criticano il decreto di Donald Trump, che sospende l’accoglienza ai rifugiati e l’ingresso negli Stati Uniti per i cittadini di sette Paesi, e cioè Siria, Iraq, Libia, Yemen, Sudan, Somalia e Iran, considerati dalla Casa Bianca particolarmente a rischio per l’infiltrazione di terroristi.
È Antonio Guterres, da poco Segretario Generale delle Nazioni Unite, a dire che così non si fa:

“Non è questo il miglior modo per proteggere gli Stati Uniti nè alcun altro Paese, in relazione alle preoccupazioni serie, che esistono, sulle possibili infiltrazioni di terroristi. Non penso che questo sia il modo giusto, e penso che queste misure vadano rimosse al più presto possibile”.

Guterres ha poi esteso il commento ad alcuni Paesi europei, dicendosi preoccupato per “alcune decisioni che in tutto il mondo hanno compromesso l’integrità del regime internazionale di protezione dei rifugiati”.
Ed è il milanese Filippo Grandi, da un anno a capo dell’Agenzia delle Nazioni Unite per i Rifugiati, a commentare dalla Siria:

“Quando vedi questa distruzione capisci davvero cosa significhi essere un rifugiato e perché sia così importante dimostrare solidarietà e non rigetto, concedere l’asilo laddove possibile e non respingerli al di là delle frontiere”.

Sul tavolo, oltre alle centinaia di persone che stavano partendo o addirittura erano già partite e sono state bloccate dall’improvvisa entrata del decreto, c‘è anche l’eventualità che Donald Trump possa, come accennato in campagna elettorale, tagliare il contributo statunitense alle Nazioni Unite. Pura ipotesi, per ora, che Guterres ha rifiutato di commentare.

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