http://www.pupia.tv - Roma - Sono stati sorpresi dai carabinieri della compagnia di Pomezia in un capannone industriale di via di Fioranello, mentre stavano smontando un autocarro, risultato rubato qualche ora prima. A finire nei guai il titolare e un dipendente di una ditta di autodemolizioni, entrambi romani, di 39 e 52 anni, entrambi già noti alle forze dell’ordine.
Le attività illecite condotte dai due consistevano nello smontare ogni pezzo di veicoli di dubbia provenienza che potevano essere poi introdotti nel mercato clandestino dei ricambi auto. I carabinieri della stazione di “Roma - Divino Amore” durante la perquisizione all’interno dell’area adibita a “sfasciacarrozze” hanno rinvenuto numerosi pezzi di altre autovetture, di varie marche e modelli di dubbia provenienza, sul conto delle quali sono in corso ulteriori accertamenti.
Contestualmente, i carabinieri hanno rinvenuto 13 targhe automobilistiche riconducibili a veicoli rubati o risultate smarrite dai proprietari. Anche su quest’ultime sono in corso accertamenti per verificare il loro eventuale utilizzo in eventi delittuosi di varia natura.
Titolare e dipendente sono stati posti agli arresti domiciliari dopo il giudizio direttissimo presso il Tribunale di Roma e dovranno rispondere di riciclaggio. (24.10.16)
Le attività illecite condotte dai due consistevano nello smontare ogni pezzo di veicoli di dubbia provenienza che potevano essere poi introdotti nel mercato clandestino dei ricambi auto. I carabinieri della stazione di “Roma - Divino Amore” durante la perquisizione all’interno dell’area adibita a “sfasciacarrozze” hanno rinvenuto numerosi pezzi di altre autovetture, di varie marche e modelli di dubbia provenienza, sul conto delle quali sono in corso ulteriori accertamenti.
Contestualmente, i carabinieri hanno rinvenuto 13 targhe automobilistiche riconducibili a veicoli rubati o risultate smarrite dai proprietari. Anche su quest’ultime sono in corso accertamenti per verificare il loro eventuale utilizzo in eventi delittuosi di varia natura.
Titolare e dipendente sono stati posti agli arresti domiciliari dopo il giudizio direttissimo presso il Tribunale di Roma e dovranno rispondere di riciclaggio. (24.10.16)
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