Premier palestinese, la morte di un nostro ministro è un altro crimine di Israele

  • 10 anni fa
Indignazione nella leadership palestinese per la morte di un
suo ministro, durante una manifestazione in Cisgiordania.
Ziad Abu Ein, 55 anni, responsabile delle questioni legate agli insediamenti israeliani e al muro di separazione, assieme al suo comitato di resistenza alla colonizzazione – formato da palestinesi e stranieri – intendeva piantare ulivi in un appezzamento confiscato a famiglie palestinesi per ampliare un insediamento ebraico, nel villaggio di Turmus Ayya.

“Nessuno ha lanciato pietre, o picchiato, sono i terroristi israeliani, gi occupanti che utilizzano la forza contro di noi”, aveva detto Ziad Abu Ein poco prima di morire, dopo aver inalato i gas lacrimogeni usati dai soldati israeliani per disperdere la folla e dopo essere stato colpito alla testa e al petto.

All’ospedale di Ramallah, dove il cadavere è sottoposto ad autopsia, il primo ministro palestinese Rami Hamdallah ha condannato l’accaduto puntando il dito contro Israele.
“Israele commette crimini contro il nostro popolo, contro i nostri figli, contro gli anziani e contro i nostri leader, come il martire Ziad Abu Ein. Per cui chiedo a tutte le istituzioni che nel mondo si occupano di diritti umani e di diritti dei palestinesi, di formare un comitato investigativo internazionale per indagare su questo fatto quanto prima”.

Il presidente palestinese Mahmoud Abbas ha denunciato “un atto barbaro” e ha dichiarato tre giorni di lutto, aggiungendo che prenderà le misure necessarie al termine di un’inchiesta. Un portavoce del premier israeliano Benjamin Netanyahu ha fatto sapere che anche Israele ha aperto un’indagine.