Il Papa in Terra santa: avere il coraggio della pace

  • 10 anni fa
Nella sua seconda giornata in Terra santa, Papa Francesco non viene meno ai suoi fuori programma.

Giunto a Batlemme, è sceso dalla papamobile per avvicinarsi in preghiera alla barriera di cemento che divide la città da Israele.

Arrivando nella piazza della Mangiatoia, cuore di Betlemme, ha celebrato messa.
Da qui l’invito rivolto a il Medio Oriente tutto: è giunto il momento di avere il coraggio della pace.

“Siamo felicissimi anche se non abbiamo potuto avere il badge per assistere alla messa da vicino. Solo pochissime persone hanno avuto questo privilegio”.

“Quando Giovanni Paolo II andò in Polonia fu l’inizio della fine del socialismo in quel Paese, per cui, sì perché no, Francesco potrebbe portare la pace qui. In ogni caso io ci credo”.

“Preghiamo dal profondo del cuore, vorremo vedere la fine dell’occupazione israeliana, vorremo vedere la fine della sofferenza, di persone uccise per niente, speriamo che la sua visita sblocchi la situazione per la libertà della nostra gente, perché si arrivi a avere uno stato e come capitale Gerusalemme”.

ll messaggio di Bergoglio è stato accolto dal presidente dell’Autorità palestinese, Mahmud Abbas, che, presente alla messa, è salito all’altare per scambiare il segno di pace con il pontefice.

Dopo l’abbraccio il presidente ha lasciato la
liturgia prima della distribuzione della comunione, come aveva fatto Arafat in occasioni simili.

Nel tardo pomeriggio, Francesco andrà a Gerusalemme, dove incontrerà il patriarca di Costantinopoli Bartolomeo I.
Incontro che arriva 50 anni dopo lo storico abbraccio tra Paolo VI e Atenagora che portò al superamento delle scomuniche tra cattolici e ortodossi.

Luis Carballo, euronews:

Papa Francesco non viene meno a sé stesso nemmeno in Palestina, resta diretto e accessibile.
Malgrado i rischi, la papamobile non è blindata.
Se così non fosse stato, dicono in Vaticano, Francesco avrebbe mostrato paura. Francesco in terra Santa vuole dimostrare che la paura mette gli uomini gli uni contro gli altri.

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