Mosca tentata dalla Transnistria
  • 10 anni fa
In Transnistria, il copione andato in scena in Crimea non fa alcuna paura, al contrario. Questa lingua di terra, ufficialmente parte della Moldova, ma di fatto Stato indipendente, benché non riconosciuto dall’Onu, è una zona grigia che potrebbe diventare teatro di nuove contese tra la Russia e le ex Repubbliche sovietiche.

Il 16 aprile scorso, il parlamento dell’autoproclamata Repubblica Moldava di Pridnestrov’e – questo il nome ufficiale – ha chiesto che Mosca ne riconosca l’indipendenza. La risposta di Putin non si è fatta attendere: “La popolazione della Transnistria è molto filo-russa. Molti cittadini russi vivono in quella regione. E’ gente che ha le proprie idee su come vorrebbe creare il proprio futuro, il proprio destino. E non sarebbe che una prova di democrazia se permettessimo a questa popolazione di avere ciò che chiede”.

La Transnistria, che prende il nome dal fiume Nistro di cui occupa la sponda orientale, dichiara la propria indipendenza nel 1990. Non è stata mai riconosciuta internazionalmente, se non dall’Ossezia del Sud e dall’Abkhazia, altre due repubbliche autoproclamate. La popolazione si compone per il 32% di moldavi, per il 30% di russi e per il 29% di ucraini.

La scelta della secessione fu motivata dal timore di una fusione tra la Moldova e la Romania. Nel 1992, una guerra su scala limitata tra la Moldova e la Transnistria, quest’ultima sostenuta da Mosca, fece circa duemila morti. Il Cremlino ha garantito la propria neutralità, se la Transnistria manterrà uno status autonomo. Ma, nel 2006, gli abitanti chiedono per referendum l’annessione alla Federazione russa. Il “Si” ottiene il 97% dei voti a favore.

Nel contesto attuale, è difficile prevedere che cosa potrebbe accadere. Gli europei temono le mire espansionistiche di Mosca sulla regione, tanto più che, lo scorso novembre, la Moldova ha siglato un accordo di associazione con Bruxelles che mira a integrare progessivamente il Paese nel mercato interno dell’Unione.

La reazione del vice premier russo, Dmitri Rogozine, lascia pochi dubbi sul ruolo che Mosca intende ritagliarsi nel futuro della regione: “Il treno della Moldova per l’Europa – aveva detto – perderà i suoi vagoni in Transnistria”.
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