Napoli - Il Comune e l'ombra del dissesto, convegno con Pica e Villone (30.01.14)14

  • 10 anni fa
http://www.pupia.tv - Napoli. "In linea generale il governo non vuole i dissesti. Lo stesso decreto 174 parla in questo senso. D'altro canto c'è una carenza di cassa evidente, con la quale non si resiste". È un dilemma duro da sciogliere quello che pone il professor Federico Pica. Fu lui, da subcommissario, a curare il dissesto di venti anni fa, prima dell'era Bassolino. E' toccato a lui, oggi consigliere di amministrazione della Svimez, tenere una delle due relazioni al convegno sul dissesto organizzato dal gruppo di Ricostruzione Democratica, nel Palazzo comunale di via Verdi.

"L'assessore Realfonzo l'aveva detto a suo tempo che occorreva andare al dissesto", dice Carlo Iannello, uno degli organizzatori. Pica precisa: "Qui si parla di un miliardo e 400 milioni, sono quelli denunciati nel piano di risanamento, e col dissesto la cifra aumenterebbe. Se consideriamo che le polemiche sull'Imu riguardano un gettito di 4-5 miliardi abbiamo un'idea del problema. D'altro canto la norma pone certe condizioni". Di sicuro il clima non è quello di vent'anni fa: "All'epoca — dice Pica — lo Stato ci mise 500 miliardi di lire a fondo perduto e il Comune, dall'insieme degli interventi, ricavò circa 2000 miliardi".

"La situazione è molto difficile — conferma l'altro relatore, Massimo Villone, nel '93 capogruppo per il Pds — la relazione della Corte dei conti è molto pesante, non so se si è in condizione di raddrizzare la barca. Sembra un remake di vent'anni fa, ma oggi c'è più difficoltà a reperire risorse, non c'è più Pantalone a pagare".

E poi "un intervento politico per aiutare il Comune appare difficile — nota il commercialista Umberto De Gregorio — i giudici non sono influenzabili, né possono essere commissariati per evitare il commissariamento del Comune. Se poi fosse dissesto, si possono sempre ipotizzare, a quel punto, interventi finanziari da Roma".

Insomma per De Gregorio il dissesto sembra via obbligata. Mentre l'ex assessore Marcello D'Aponte insiste sulle insufficienti dismissioni di immobili: "Si è scelta la strada sbagliata di affidare a una società in house, carente di capacità gestionali nel ramo, il compito di proseguire le attività del gestore privato. Eppure Romeo gestioni aveva ancora un anno di contratto: c'era tutto il tempo di programmare soluzioni alternative". (da Repubblica)
(30.01.14)

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