Ucraina. Amnistia-ultimatum votata alla cieca: 15 giorni per liberare uffici e strade

  • 10 anni fa
Yanukovich il temporeggiatore. Sulla carta in Ucraina ieri è stata una giornata di pacificazione: il governo ha votato l’amnistia per i manifestanti arrestati. Ma nel merito è soltato un tentativo del Presidente di rimandare la resa dei conti. Il governo da 15 giorni ai manifestanti per liberare i palazzi dell’amministrazione pubblica e solo dopo l’amnistia sarà effettiva.

“Che restino i manifestanti a Maidan, che restino le tende, che restino i sindacati. Ma bisogna che l’amministrazione tornari a lavorare perchè le città e le regioni hanno bisogno che la vita continui” ha detto Yuri Miroshnichenko, rappresentante del partito di maggioranza, il Partito delle Regioni e autore del testo.

Un testo in realtà votato alla cieca dalla maggioranza e il cui vero contenuto è stato pubblicato solo 4 ore dopo l’approvazione. Ne risulta che lo sgombero di strade e piazze è una condizione per l’amnistia, con la sola eccezione delle manifestazioni pacifiche.

Un discrimine decisamente labile se si tiene conto delle numerose denunzie da parte dei manifestanti sull’intervento di guastatori pagati dal governo per far degenerare le proteste pacifiche.

“La questione cruciale sono gli emendamenti costituzionali per far passare il nostro sistema da Presidenziale a Parlamentare: solo questo potrebbe riportare alla calma la situazione in Ucraina” ha commentato Arseny Yatsenyuk, leader d’opposizione dell’Unione Pan-Ucraina Patria, la formazione di Yulia Timoshenko.

Il testo d’amnistia sottoposto al voto in Parlamento è stato deciso in una riunione a porte chiuse del partito di maggioranza, riunione cui ha partecipato lo stesso Presidente Yanukovich che ha imposto la sua posizione minacciando di sciogliere le camere.

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